domenica 22 febbraio 2009

...come l'ubriaco beve senza rimpianto

Guarda: la notte è scesa su noi
la botte di vino ancora non è finita
una botta di vita ancora, e poi
torneremo alla ricerca d'un altro mattino.
L'aurora si riflette nella nostra fantasia
giochi di immagini che ci appaiono e sfuggono
e confondendosi vanno via, lasciando soltanto
quelle sfocate d'un canto della bettola dove siamo.

Chi mi ha condotto fin qui, presso
questo locus amoenus di birre rovesciate
di giovani drogati che fanno sesso
con puttane invecchiate col preservativo in mano?
Ridammi il lume, voglio la candela
lo vedi laggiù, fuori dalla finestra?
c'è un fiume. Scosta un po' la tela
sulla riva, un fiore di ginestra è già sbocciato.

L'alba allora non è così lontana!
Iddio ha ancora orecchio per chi lo bestemmia!
Rintocca già il batacchio della campana
alla prossima vendemmia certo non mancherò.
Come non manca alla messa chi odia Dio,
ma non finirti tutta la bottiglia, amico,
in cosa intingerò la mia penna io?
Ed infine, sii impudìco, giovane amante
e torna ad amare, senza sentenze
come l'ubriaco beve senza rimpianto.

Carlo Guassone

giovedì 19 febbraio 2009

Apocalyps tomorrow

Va bene. Una valigia ed un po' di caldo anche per chi non è autorizzato. Nella speranza della chiusura dei lagers del nuovo millennio.
E se domani ci rinchiudessimo da soli?
Mettiamo il caso che quello che basta alla gente sarà solo la propria ombra.
E la perduta felicità, la perduta capacità di intelligere, null'altro sarà che meno di un ricordo di un tempo remoto. E succhieremo i cazzi ad altri uomini, e le donne si leccheranno le fiche ed il Papa sarà una donna rimasta incinta di suo padre, e sua madre la puttana che incontri la sera nelle vie delle case popolari. E la luna soltanto un punto dei tanti nell'infinito cielo oscurato dai gas dei reattori. E l'alba atomica sarà di notte.
E tu stattene a leggere il giornale, e tu guida questa opposizione, e tu continua coi tuoi lifting, e noi perdiamoci dietro parole fatue e canzoni stonate. E torneremo gloriosamente stupidi.
E torneremo a mozzare le teste, a parlare di popoli, a creare popoli, e terre, e guerre.
Ma senza la risorsa prima venuta meno. E con qualche religione in più.

domenica 1 febbraio 2009

...buonanotte...

...e raccontami ancora un po' di quelle volte che uscivi con quel tale, che sì, "sembrava un tipo tutto apposto e per bene" e poi ti urlava, a bassavoce, di succhiargli il pene... perché quelle volte che uscivate erano lontano...I tuoi discorsi fuori dal tempo e dallo spazio che già sfioravano l'iperuranio dei posti di lavoro che se ne vanno...E vorrei parlare ancora con chi dice che è un bene che i politici son neri e che son giovani ed abbronzati e pure laureati, e sanno come vanno le cose in medio oriente dove da mangiare non c'è più niente e da capire non c'è mai stato un fico essicato...e parlami dei tuoi diciotto anni e di ciò che vedi tra le persone che ti stanno intorno e che ti guardano e che ti offrono un bicchiere da dietro il vetro delle loro canne di frasi fatte e di perbenismo...e chiedersi ancora se è vero che c'è un Dio e c'è una Chiesa e se non è più corretto parlare di denaro e di borsa, o se in ballo c'è ancora un'idea e un ideale per cui morire o soltanto guadagnare......e già che viaggia il tempo su di una curiosa macchina, io che sto qui, con il mio moto uniformemente accelerato alla ricerca di una velocità istantanea che neanche un autovelox o un professore di fisica riescano a teorizzare, ma gennaio è già finito, un altro mese cominciato, e già si profila un altro giorno, un altro sole o forse solo un'altra notte, un'altra brina e forse la neve......e parlami del freddo che fa in città tra quelle vie meno coperte dai seni dei portici e dai negozi borghesi da cui escono commesse proletarie a dare un pane ad un musico o un barbone...E tu raccontami dei business plan e dei locali mai troppo pieni e di quel glen grant che ti ha fatto oltrepassare il limite del tasso alcolico nelle vene che si stopicciano dentro te per sopportare il liquido e poi smaltirlo e scamparti una multa della tuta blu che non è tuta d'operaio, non sa viver nel mortaio e che è una marionetta della galera patria in cui non puoi ammazzare i tuoi organi vitali...O toccare il culo e il cazzo a un altro uomo senza che questo non susciti lo sguardo malevolo di un credente, od il fastidio d'un'amante...e parlami di un domani e di uno ieri, e scordati per sempre dell'oggi, dell'adesso, dell'ora e del presente...e scordati di una disamistade incongruente col sentimento e torna a sorridere davanti a lei, e ama lei...E parlami di licenziamenti, e di padroni, e di industriali e di stipendi che hai e che non ha chi è in cassa integrazione, ed integriamoci in comunione la domenica mattina davanti alla televisione ad ascoltare due esperti insulsi di concetti avulsi parlarci di teorie fisiche che sforano oltre i libri fisici d'AristoteleE parlami di Platone e delle idee e lascia andare via Galileo, l'inerzia e le galee...E lasciati toccare il fondoschiena, e parlami ancora del tuo corpo e delle tue abilità prenatali, e lasciami giocare con esso, almeno con la fantasia, e poi vai via...e ascolta ancora una canzone da discarica, pescata quasi per caso nel mangiacassette di tuo zio, o nel giradischi di tuo nonnoe torna a leggere il sottosuolo ed i suoi abitanti descritti da un russo che ora mi russa alla porta, mentre io sveglio forse ho di meglio da fare che starlo ad ascoltare...E dimmi ancora che cazzo hai da fare e cosa potrai mai raccontare ai miei nipoti, o figlia mia, non credo tu ci sia, ma qualora ci sarai, non dimenticarmi mai, non dimenticare mai delle parole, e della vita, della via d'uscita, delle sigarette lasciate lì a metà, della stecca di ceralacca di mio nonno, della stecca di fumo dell'amico dell'amico, del bicchiere di glen grant di un poeta, della scia, della coda di una stella cometa..Non scordare mai della notte, la buonanotte...